The Nameless Ones. I senza nome (TimeCrime) (Italian Edition) by John Connolly

The Nameless Ones. I senza nome (TimeCrime) (Italian Edition) by John Connolly

autore:John Connolly [Sconosciuto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Timecrime
pubblicato: 2024-03-20T00:00:00+00:00


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Il trentunenne Luca Bilbija era il più giovane di coloro che avevano partecipato all’eliminazione di De Jaager e dei suoi. Tutto quello che sapeva era che c’era da svolgere un ultimo lavoro, un’azione che avrebbe richiesto l’uso della violenza, dopodiché avrebbe ricevuto una ricompensa speciale e, se avesse voluto, avrebbe potuto cercare impiego altrove. In alternativa avrebbe potuto fare ritorno in Serbia insieme ai Vuksan, dove Radovan gli aveva promesso la posizione di autista e guardia del corpo personale.

Come Radovan, anche Bilbija era un avido lettore, e condivideva con lui una passione per la poesia serba di inizio Novecento. Si era laureato in Lingua e letteratura serba all’Università di Belgrado, e le sue intenzioni originarie erano state quelle di proseguire gli studi accademici, ma a un certo punto i soldi di famiglia erano finiti ed era stato costretto a cercare lavoro. Sfortunatamente a Belgrado le occasioni di impiego scarseggiavano, e ancora di più nel suo villaggio nella Serbia orientale, vicino al confine con la Romania segnato dal Danubio. Il villaggio aveva trecento case ma solo duecento abitanti. I più ambiziosi, o i più disperati, erano andati a cercare lavoro in altri Paesi, principalmente in Austria, e chi era rimasto sopravviveva alla meglio. Come molte altre comunità della Serbia, era solo un paese per vecchi, e anche per loro andava bene a malapena. Bilbija non voleva tornarci, ma non era neanche convinto di voler fare il cameriere in un ristorante viennese o consegnare pacchi a Berlino.

Finché un bel giorno, tramite Zivco Ilic, un amico di suo zio, gli era stato offerto un posto di buttafuori in uno dei locali dei Vuksan ad Amsterdam. Dopo un paio di settimane passate a respingere gli ubriachi gli era stato affidato il compito di accompagnare le prostitute dai loro clienti. Bilbija poteva avere un cuore da poeta, ma a ospitarlo era un fisico da lottatore. Il suo nuovo ruolo gli piaceva, e le giovani donne di cui doveva occuparsi gli ispiravano un atteggiamento possessivo, anche se ciò non gli impediva di usare le maniere forti quando provavano a fare le furbe con i soldi.

Dopo sei mesi ad Amsterdam, aveva dovuto aiutare Zivco Ilic a sbarazzarsi di un corpo. La vittima era uno spacciatore che aveva cominciato a consumare la droga che vendeva, finendo per contrarre un debito con i Vuksan che non sarebbe mai riuscito a ripagare. Gli era stata concessa la possibilità di farsi perdonare la mancanza di autocontrollo effettuando una consegna di eroina da Amsterdam a Bruxelles. Sfortunatamente, la paranoia causata dalla droga lo aveva convinto di essere pedinato dalla polizia (o forse da demoni vestiti da poliziotti, i dettagli non erano del tutto chiari), portandolo a gettare via i cinque chili di roba in uno stagno nei pressi di Brecht.

Ilic e Bilbija lo avevano rintracciato in una camera non ammobiliata di Matongé, che Ilic aveva ridipinto con il sangue del fuggiasco mentre Bilbija aspettava fuori in macchina. Quando aveva finito, Ilic aveva chiamato Bilbija per aiutarlo a fare a pezzi il corpo e infilarne le parti in sacchi neri da scaricare in vari punti intorno a Bruxelles.



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